Isola Comacina - veduta dall'alto.
Base strategica e caposaldo militare fin dall’età romana, tanto da essere storicamente indicata con il nome di “Castello”, fu nei secoli terra di scontro tra Romani e Barbari, Goti e Bizantini, Longobardi e Bizantini, Sacro Romano Impero e liberi Comuni. Ma soprattutto fu anche uno dei più importanti centri di diffusione del cristianesimo in area lariana e sede di una tra le più antiche Pievi comasche.
Fortezza e centro religioso ricco di chiese e monasteri, l’Isola vide tragicamente la fine del proprio splendore nel 1169 quando, a seguito del suo schieramento a fianco di Milano contro Como, alleata dell’imperatore Federico I Barbarossa, venne assalita e espugnata dai comaschi, che incendiarono e rasero al suolo ogni cosa. Interdetta dall’Impero e dalla Chiesa, cadde nella rovina e nell’oblio. La sua lunga decadenza terminò nel secolo scorso, quando venne riscoperta e fatta oggetto di studi e ricerche.
Vi sono notevoli i resti archeologici del glorioso passato, tra cui la Basilica plebana di S. Eufemia, l’attigua Aula battesimale biabsidata, i resti del monastero benedettino dei Ss. Faustino e Giovita, oltre alla chiesa di S. Giovanni Battista, la cui ricostruzione secentesca è legata ad un leggendario pellegrino, e alle novecentesche Case per Artisti in stile razionalista.
Testo a cura dell'associazione Iubilantes tratto dal sito http://www.camminacitta.it/ossuccio-citta/isola/