Como,chiesa di S. Cecilia: particolare del verso del reliquiario della S. Croce con la figura zoomorfa dell'Evangelista Luca. Fu San Girolamo, alla fine del IV secolo, il primo ad associare gli animali agli autori dei Vangeli e a dare a tale accostamento una giustificazione: Matteo è rappresentato da un angelo perché il suo Vangelo inizia con l'Incarnazione; Marco è un leone perché esordisce con la figura del Battista che "grida nel deserto" con voce potente e solitaria come quella del leone; il simbolo di Giovanni è l'aquila, l'uccello che vola più in alto nel cielo, perché la sua visione di Dio è la più diretta; infine a Luca è riservato il toro, animale sacrificale, perché il suo Vangelo inizia con il sacrificio del sacerdote Zaccaria. Il verso della croce astile trecentesca - al centro - ha la statuetta a mezzo rilievo del Cristo benedicente di arcaica concezione; alle quattro estremità dei bracci stanno gli Evangelisti nelle posizioni canoniche, tutti in foggia antropomorfa e alata. Gli sfondi sono tutti eseguiti con una raffinata filigrana in argento, raffigurante racemi terminanti con sferette. Sferule metalliche traforate antiche sono applicate all’estremità dei bracci, potenziati e trilobati. [O. Zastrow Capolavori di oreficeria sacra nel Comasco, Società Archeologica Comense, Como 1984, p.23]